Il 4 Luglio rappresenta, da circa 240 anni a questa parte, un giorno molto importante per gli Stati Uniti D’America: l’anniversario della dichiarazione d’Indipendenza. Quest’anno, a quanto pare, gli USA avranno anche un altro motivo per festeggiare! Infatti oggi 4 Luglio 2016, dopo quasi 5 anni dall’inizio della missione, la sonda Juno (Jupiter near-polar orbiter) si inserirà nell’orbita del gigante del nostro sistema solare: il pianeta Giove.
JUNO, selezionata nel 2005, è la seconda missione del programma New Frontiers della NASA. Il lancio è stato effettuato il 5 Agosto 2011 e dopo la fase di crociera, che ha incluso un fly-by attorno alla Terra effettuato il 9 ottobre 2013, Juno si inserirà in un’orbita polare attorno a Giove con peri-centro pari a 1,06 raggi gioviani, distanza non casuale ma scelta anche in modo da minimizzare l’esposizione degli strumenti alle radiazioni. Juno orbiterà attorno a Giove per un anno, per un totale di 33 orbite.
Gli obiettivi scientifici di Juno consistono prevalentemente nel comprendere l’origine e l’evoluzione del pianeta Giove (attualmente ci sono ben tre teorie diverse sulla sua formazione), determinare la struttura interna del pianeta e cercare se presenta un nucleo solido, esplorare la magnetosfera polare e ricercare l’origine del campo magnetico, misurare l’abbondanza dell’acqua, caratterizzare i venti nella bassa atmosfera e caratterizzare le abbondanze relative di ossigeno e azoto e le variazioni dovute a fenomeni atmosferici. Un altro obiettivo della missione sarà quello di osservare le aurore boreali di Giove, già osservate dalla Terra, e comprenderne i meccanismi, al fine di studiare il campo magnetico del pianeta e la sua interazione con l’atmosfera. Con la sua configurazione spinning, Juno effettuerà una mappa completa dei campi gravitazionali e magnetici di Giove e uno studio della composizione dell’atmosfera. Per raggiungere tali obiettivi particolare attenzione è stata posta nella definizione dell’orbita, che sarà polare – viene definita “Orbita Polare” un tipo di orbita che permette al satellite di passare sopra entrambi i poli del pianeta su cui sta girando – e subirà un moto di precessione per ottenere una migliore copertura del pianeta.
Ancora una volta il supporto fornito dal team italiano dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) è stato fondamentale. La sua partecipazione ha riguardato l’enorme competenza sul campo degli spettrometri, camere ottiche e radio scienza. L’Italia,in particolare, fornirà due strumenti: lo spettrometro ad immagine infrarosso JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper, PI Alberto Adriani INAF-IAPS, realizzato dalla Divisione Avionica di Leonardo-Finmeccanica) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator, PI Luciano Iess dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, realizzato da Thales Alenia Space-I) che rappresenta la porzione nella banda Ka dell’esperimento di gravità.
Si è espresso, riguardo la missione, lo chief Scientist dell’ASI, Enrico Flamini:
Con Juno adesso e Bepi Colombo tra un anno e mezzo su Saturno, avremo completato il novero di pianeti del Sistema solare intorno ai quali orbitano missioni spaziali con strumenti italiani a bordo. Solo gli Usa, con la Nasa, possono vantare questo record. Una dimostrazione dell’eccellenza scientifica e tecnologica dell’Italia”. A testimonianza del forte legame esistente tra il nostro Paese e Giove, a bordo di Juno c’è una targa raffigurante Galileo Galilei, il primo, più di quattro secoli fa, a volgere il proprio sguardo verso Giove con il suo cannocchiale. Insieme alla targa anche la riproduzione di alcuni appunti del padre della scienza moderna sulla scoperta dei principali satelliti gioviani: Io, Europa, Ganimede e Callisto.