Bloodhound SSC: l’“auto” da 1600 km/h

La Bloodhound Super Sonic Car (SSC) è “la più sofisticata macchina da corsa al mondo: in parte è un bolide da Formula 1, in parte un aereo caccia supersonico, in parte un razzo spaziale di prossima generazione”, la descrive così il pilota.

La creazione di questo veicolo è dovuta a Richard Noble, imprenditore scozzese che dal 1983 al 1997 è stato il detentore del record di velocità terrestre ed a Andy Green, pilota della Royal Air Force ed attuale detentore di quel primato; i due collaborano già da tempo: Noble è stato alla guida del programma per la Thrust SSC, l’auto con la quale Green ha stabilito l’attuale record di 1227,986 km/h nel 1997.

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La Bloodhound SSC costruita per correre alla velocità di 1600 Km/h, (1000 miglia/ora) su di una pista rettilinea di 12 miglia (19,3 km) in Sudafrica, pesa 7,5 t; è una quattroruote con abitacolo in fibra di carbonio e la cui propulsione è garantita da tre motori (con una potenza complessiva di 135000 CV):

1) La spinta iniziale viene fornita da un EJ200, il motore dei caccia Eurofighter Typhoon;

2) Raggiunte le 350 miglia orarie (circa 563 km/h), verrà azionato il secondo motore, che è fondamentalmente un propulsore per razzi;

3) Il terzo motore, un Jaguar V8 da 550 CV, viene utilizzato come pompa per il carburante.

 

Il tutto dovrà essere ultimato per i primi mesi del 2016 quando si effettuerà una corsa di prova al Newquay Cornwall Airport, utilizzando solo il 1° motore e raggiungendo una velocità di 400 km/h per testare i vari strumenti e software impiegati; successivamente verrà tentato il record sul lago salato di Hakskeen Pan in Sud Africa, dove da  circa 5 anni, una società sudafricana sta lavorando per creare una pista lunga 16 km e larga 500 m che sia la più liscia e piatta possibile, sfruttando una nuova tecnologia laser per avere un dislivello massimo del terreno, non superiore ai 2 mm.

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Se e quando il record sarà raggiunto, il lavoro di Green non sarà ancora finito, dovrà infatti fermarsi e l’auto sarà sottoposta ad una resistenza aerodinamica di 17 t.

Il rischio è quello della cosiddetta “illusione somatogravica”: il cervello potrebbe infatti interpretare l’enorme decelerazione come una rapida picchiata verso il suolo, causando conseguentemente un annebbiamento della vista, ed una momentanea cecità; Green dovrà contrarre i muscoli delle gambe e dello stomaco per fermare il deflusso del sangue dalla sua testa.

Entreranno in gioco i freni pneumatici ed i paracadute, che faranno rallentare la Bloodhound SSC ad 885 km/h e successivamente dei freni a disco fermeranno definitivamente il veicolo.

Non ci resta che attendere con impazienza l’esito di quest’impresa, che rappresenta il culmine di numerosi anni di studi ed evoluzioni tecnologiche ad opera di scienziati ed ingegneri.

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Matteo Claudio Cainazzo