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Ancora nello spazio l’Ambassador per Expo 2015

Entusiasta di poter continuare il suo lavoro a bordo della ISS, Samantha si accinge a raggiungere il primato italiano maschile e femminile di durata di una singola missione spaziale.

Samantha Cristoforetti, Expo 2015

PH: ©expo2015.org

Il 14 maggio sarebbe dovuta terminare la missione “Futura” della nostra Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio, partita il 23 novembre 2014 alla volta della ISS, ma in seguito al recente incidente dovuto al carico russo Progress, tale rientro è stato posticipato all’11giugno. L’astronauta, nonostante l’iniziale forte impatto emotivo e fisico, ha sostenuto di essersi ben adattata alla vita nella stazione spaziale, di cui sentirà nostalgia. A proposito degli esperimenti, andati benissimo – a suo dire – anche grazie allo spirito di squadra, ha dichiarato: “In sei mesi, sulla Stazione spaziale internazionale si compiono circa duecento esperimenti. Compresi quelli gestiti direttamente da Terra, come quello sulla combustione sulle fiamme fredde, estremamente interessante. Altri necessitano invece dell’azione dell’astronauta, di questi con l’Asi ne abbiamo realizzati una dozzina, molti sulla fisiologia umana. Per esempio, ho indossato una maglietta per studiare il sonno con un accelerometro sullo sterno, osservando così in modo innovativo il funzionamento del cuore. Ho preso campioni di saliva e di urina per trovare un sistema semplice di valutazione della perdita ossea. Ho studiato l’adattamento all’assenza di peso, come si organizza il cervello, come si gestisce il coordinamento motorio”.

Tra i circa duecento esperimenti della missione, forte la presenza italiana:

  • La macchina per il caffè ISSpresso (di cui vi avevamo già parlato nel nostro articolo Samantha Cristoforetti porta l’Italia sulla ISS), importante per capire come si comportano i fluidi in condizioni di microgravità.
  • L’esperimento Drain Brain sulla fisiologia del cervello, sviluppato dal prof. Paolo Zamboni del Centro Malattie Vascolari dell’Università degli Studi di Ferrara. Samantha ha indossato al collo, alla gamba e al braccio tre pletismografi a estensimetro, cioè sensori capaci di misurare il flusso sanguigno nelle vene, dall’aspetto di collari respirando al 70% della capacità dei polmoni rimanendo ferma, oppure distendendo e contraendo l’arto.
  • POP3D, la stampante 3D, realizzata da Altran e Thales Alenia Space, per fabbricare pezzi di ricambio in orbita in modo da ridurre i volumi e i pesi, ma soprattutto pensata in ottica di viaggi più lunghi (ad esempio quello verso Marte), come afferma la stessa Samantha: “La stampa in 3D è una tecnologia consolidata sulla Terra, però ha delle applicazioni interessanti nell’ambiente spaziale, soprattutto nelle missioni esplorative che potranno andare più lontano. Sarebbe rivoluzionario poter stampare a bordo pezzi di ricambio. Ciò che abbiamo fatto noi è stato stampare, mandare a Terra e ristampare anche lì. Ora verificheremo se l’assenza di peso inficia le proprietà meccaniche dell’oggetto finito”.
  • Nanoparticles and Osteoporosis, con l’obiettivo di trovare contromisure alla osteoporosi, malattia scheletrica (di cui vi abbiamo già parlato nel nostro articolo Dragon: dopo il rinvio, lancio avvenuto con successo).
  • JAXA ANISO Tubule per studiare la risposta delle piante all’ambiente spaziale. La gravità ridotta non impedisce il completamento del ciclo vitale delle piante, è quindi possibile coltivarle a scopo alimentare. Tuttavia, possono innescarsi alterazioni delle principali funzioni svolte dalle piante e variazioni della quantità e qualità delle parti da utilizzare come cibo fresco. L’esperimento risulta importante non solo per meglio comprendere alcuni processi di sviluppo delle piante sulla Terra (utilizzando lo Spazio come uno speciale laboratorio), ma anche per valutare le possibili conseguenze sulle proprietà nutrizionali dei vegetali freschi prodotti nello Spazio.

Tantissimi ancora gli esperimenti, italiani e non, di cui si è resa partecipe la Cristoforetti. Tra gli avvenimenti da ricordare sul Diario di bordo, pubblicato sul sito Avamposto42, appare anche l’esperienza di manovra del braccio robotico della ISS per catturare Dragon: ”E’ qualcosa che ho provato centinaia di volte nel simulatore, principalmente con il veicolo virtuale in movimento davanti a noi molto più di quanto faccia un Dragon reale, ma farlo davvero è naturalmente piuttosto diverso diciamo che è una di quelle situazioni in cui non ci vuole molto per diventare molto famosi per le ragioni completamente sbagliate”.

Inoltre alla domanda se un giorno potrebbe arrivare anche su Marte, Samantha risponde: “Mi piacerebbe molto ma per la mia prospettiva di carriera Marte rimane difficile. Comunque, non mettiamo limiti. Sicuramente spero di tornare nello spazio entro un numero ragionevole di anni”.

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Durante l’inflight-call tenuta lo scorso 8 maggio nel corso del panorama dell’EXPO 2015, in qualità di Ambassador per Expo Milano 2015, Samantha ha annunciato ufficialmente la data del suo rientro: l’11 giugno, “ci hanno regalato un mese in più nello spazio” – dice entusiasta.

“Sono molto contenta di poter rimanere in quello che a me piace chiamare il nostro avamposto nello spazio – avrò del tempo extra per continuare l’importante lavoro che stiamo facendo, che ha molto a che fare con i temi della nutrizione e dell’agricoltura del futuro”. Sulla ISS si stanno conducendo diverse ricerche “relative al funzionamento di una macchina così complessa come quella di una stazione spaziale” ha concluso AstroSamantha, tra cui anche le interessantissime ricerche sulla crescita delle piante con lo scopo di migliorare l’agricoltura terrestre di cui sopra. Dopo il collegamento con l’Ambassador Expo 2015, Battiston, presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Europea), ha affermato che “Grazie ai satelliti, sono possibili previsioni sempre più accurate e grandi risparmi economici dovuti alla previsione dei disastri naturali”, mentre Volker Liebig ,direttore dell’Earth Observation Programmes (EOP) dell’ESA, ha parlato dei satelliti come mezzo per monitorare riserve idriche, dato che possono monitorare umidità del suolo, tecniche agricole, parametri meteo, contribuendo alla sicurezza alimentare mondiale.

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A proposito, sapete qual è la merenda di Samantha a bordo della ISS?

Macedonia stabilizzata, frutta disidratata, semi, noci e barrette di cereali: ecco gli snack che Samantha ama mangiare durante le pause tra un esperimento e l’altro e la palestra. Un mix sano appropriato con i suoi incarichi a bordo della ISS che riguardano proprio la nutrizione.
Samantha intanto è diventata l’astronauta italiana che ha trascorso più tempo nello spazio in una singola missione. Secondo i conteggi ufficiali dell’ESA infatti, gli altri due astronauti italiani che hanno compiuto missioni di lunga durata, Luca Parmitano e Paolo Nespoli, hanno trascorso rispettivamente 166 giorni (167 se si contano i giorni di calendario parziali) dal 28 maggio 2013 all’11 novembre 2013, 159, fra il 15 dicembre 2010 e il 24 maggio 2011. Sam attualmente è nello spazio da ben 177 giorni (datato al 19 maggio) e quindi detiene il primato italiano maschile e femminile di durata di una singola missione spaziale. Il record assoluto per il tempo complessivo trascorso nello spazio da un astronauta italiano, 175 giorni, resta per il momento a Paolo Nespoli, grazie ai 16 giorni aggiuntivi trascorsi nello spazio fra il 23 ottobre e il 7 novembre 2007, che portano il suo totale a 175. Poiché il rientro di Sam è previsto per l’11 giugno, il 7 giugno (196 giorni), Sam batterà anche il record mondiale femminile di permanenza consecutiva, che attualmente spetta a Sunita Williams con 195 giorni consecutivi (record stabilito nel 2007).

La data dell’11 giugno sarebbe il duecentesimo giorno di Sam a bordo della Stazione; una bella cifra tonda con la quale concludere la missione Futura. Se per qualche imprevisto la permanenza sulla ISS di Sam dovesse durare fino al 18 giugno (207 giorni), si aggiudicherebbe il record di tempo complessivo nello spazio per un astronauta europeo, attualmente spettante ad André Kuipers (206 giorni). Salvo circostanze decisamente improbabili, il record internazionale femminile di durata complessiva nello spazio resterà invece saldamente in mano a Peggy Whitson (376 giorni); idem dicasi per quello complessivo maschile europeo, detenuto da Thomas Reiter (350 giorni), e per quello complessivo assoluto, spettante a Sergei Krikalyov (803 giorni).

In collaborazione con Antonio Piazzolla