11 febbraio ore 14:40 (ora italiana), con un ritardo di 40 minuti per la verifica di alcune rilevazioni di telemetria da Terra, il vettore leggero dell’ESA “VEGA” ha portato in orbita il modulo di rientro sperimentale europeo IXV (Intermediate eXperimental Vehicle). Rientrato dall’orbita con uno splashdown nell’Oceano Pacifico ha portato a termine la sua missione esattamente un’ora e trentotto minuti dopo il lift off, proprio come previsto. Di seguito la dichiarazione di Roberto Battiston, presidente ASI, riportata sul sitoweb dell’Agenzia Spaziale Italiana.
ASIOggi per l’Italia è una giornata perché conferma tutta la sua competenza e capacità internazionale nel settore Spaziale. Vega si è dimostrato un vero cavallo di razza: quatto lanci, quattro successi. Una soddisfazione rinforzata dalla presenza a bordo della navicella IXV.
L’Europa – ha aggiunto Battiston – sta cercando la sua strada nel settore del rientro dallo Spazio e l’Italia, che sta fornendo le tecnologie necessarie, è in prima linea su questo. Non si tratta di un progetto visionario, ma di qualcosa di estremamente concreto, che mette immediatamente a fuoco cosa serve per permettere all’Europa di avere le tecnologie necessarie a sviluppare sistemi di ritorno a terra di missioni spaziali.
Tutti si congratulano con l’Italia per la riuscita della missione che vede il lanciatore VEGA protagonista assoluto del progetto IXV.
Il volo di oggi – ha commentato Stèphane Israel – è il quarto successo di VEGA in altrettanti tentativi è una ulteriore conferma dell’eccellenza italiana nel settore dei lanciatori. Kourou – ha aggiunto – oggi è molto italiana e questo ci piace.
Quattro successi in 4 orbite diverse – ha commentato il numero uno dell’ESA, Jean-Jacques Dordain – dimostrano non solo l’affidabilità, ma anche la straordinaria flessibilità di VEGA.
ASIIXV è un veicolo spaziale sperimentale – ha le dimensioni di un’automobile e il peso di 2 tonnellate – ed è in grado di compiere un rientro atmosferico controllato dall’orbita terrestre bassa. Ha una forma non convenzionale, definita come “lifting-body”, caratterizzata da grande manovrabilità e aerodinamicità. Un progetto ESA a cui l’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, partecipa come principale contributore. Gli ultimi test sul veicolo, prima del lancio, erano stati effettuati agli stabilimenti Thales Alenia Space di Torino, dove sono state verificate tutte le strutture e i materiali. Il CIRA ha invece qualificato, attraverso una serie di prove tecniche, sia la stabilità di carico sia i sottosistemi di recupero e di galleggiamento.
L’elevata aerodinamicità che caratterizza l’Intermediate eXperimental Vehicle è stata ottenuta sfruttando la forma della fusoliera che massimizza la portanza e la manovrabilità. IXV inoltre è provvisto di un sistema di guida, navigazione e controllo ad alte prestazioni che utilizza superfici aerodinamiche controllate automaticamente ed ha in dotazione uno scudo termico per sostenere le temperature elevate che si sviluppanno durante il rientro in atmosfera.
Il lancio, previsto per lo scorso 18 novembre, è stato rischedulato all’inizio del 2015 per perfezionare la traiettoria di volo. Il 20 gennaio il modulo è stato incapsulato nello stadio superiore di Vega, trasferito infine nel complesso ELA-1 per la fase di integrazione finale, che ha avuto termine il 1 febbraio. Venerdì scorso, 6 febbraio, è stato il giorno della ‘prova generale: le operazioni sono state completate con la pressurizzazzione del combustibile già caricato nell’AVUM e la sostituzione del condotto di ventilazione del fairing con quello di volo (che al momento del lancio si distacca automaticamente dal lanciatore).
Nel frattempo la ‘Recovery Ship’ – incaricata di raccogliere IXV al termine del volo di prova – si è posizionata nella zona di attesa ‘safe’ dell’area splash down,
ASInell’Oceano Pacifico, dove negli scorsi giorni ha effettuato una serie di simulazioni di recupero e alcuni test meteo. Il count-down era stato sospeso a 4 minuti dal lancio ed è ripreso al termine dei controlli menzionati sulla telemetria. Dopo di che tutto il volo di VEGA – il quarto della sua giovanissima vita – e tutta la missione del cosiddetto ‘mini-shuttle’ europeo, IXV – si è svolta in modo assolutamente nominale.
La missione è durata in tutto 1 ora e 38 minuti: Vega ha portato in orbita la capsula fino a 320 chilometri di quota, inserendola nella sua traettoria suborbitale. Subito dopo IXV è salito fino a 413 km (mille metri in più sulle previsioni), per poi cominciare a scendere verso la Terra raggiungendo la velocità di massima 7,5 chilometri al secondo all’ingresso in atmosfera. Il segnale è stato raccolto dalle stazioni a Terra di
ASILibrevile e da quella di Malindi. Dopo un ‘blanck’ di circa 20 minuti, alle 16:00 (ora italiana) la nave di recupero ha ricevuto il segnale da IXV. Il modulo ha quindi progressivamente aumentato la velocità fino alla apertura – in successione – dei 4 paracadute a partire da 30 km di altezza. Per poi effettuare lo ‘splash down’ nell’Oceano Pacifico – rimanendo a galla grazie a quattro galleggianti – a circa 4600 km al largo delle coste della Colombia, poco sopra l’equatore. IXV è stato quindi messo in sicurezza dalla nave di recupero appositamente attrezzata.
I dati raccolti dal modulo saranno fondamentali per la progettazione e realizzazione dei futuri sistemi di rientro – il primo progetto sul tavolo è adesso il modulo PRIDE – ma anche per lo svolgimento di diverse attività nello spazio ‘vicino’, come ad esempio il recupero di detriti oppure il trasporto di rifornimenti e astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Header image credits: ESA