Home » SpaceX Dragon V2, il primo taxi spaziale

Source: SpaceX

E’ stata presentata a Los Angeles (California), quella che viene definita “la capsula del 21° secolo”: Dragon V2.  Si tratta di una navicella capace di trasportare fino a 7 astronauti con un elevato grado di riutilizzabilità, caratteristica che potrebbe permettere di abbassare i costi sensibilmente.

Ad alzare il sipario sulla navicella è stato Elon Musk, creatore di SpaceX  (Space Exploration Technologies Corporation) e Tesla Motors. Il primo volo non abitato è previsto entro fine 2015 mentre il primo abitato entro metà del 2016.

Il rivoluzionario Launch Escape System di Dragon V2, il primo del suo genere, fornisce funzionalità di fuga dal tempo in  cui l’equipaggio entra nel veicolo fino ad orbitare. Gli otto propulsori SuperDraco costruiti nelle pareti laterali della navicella produrranno fino a 120.000 libbre di spinta assiale per portare gli astronauti in sicurezza in caso di emergenza durante il lancio. Questo sistema consente alla navicella, inoltre,  di atterrare tramite gli stessi propulsori sulla Terra o un altro pianeta con la precisione di un elicottero, rendendo possibili i viaggi interplanetari che altrimenti sarebbero costretti ad atterraggi oceanici.

Progettato fin dall’inizio con con lo scopo di garantire sicurezza e comfort per gli astronauti, il veicolo possiede sedili per 7 passeggeri, e comprende un  Environmental Control and Life Support System (ECLSS) (controllo ambientale e sistema di supporto alla vita) che fornisce un ambiente confortevole per i membri dell’equipaggio. All’interno, il pannello di controllo sarà formato da 4 schermi touchscreen riposizionabili dopo il lancio e pochi comandi per il controllo manuale della capsula.

Con un numero minimale di stadi di separazione, razzi a propellenti liquidi che possono essere strozzati e spenti in caso di emergenza, e capacità di launch escape fino al momento di orbitare, la capsula permetterà di lasciare gli astronauti americani nelle stazioni spaziali e oltre con incredibile affidabilità. L’atterraggio con i propulsori sarà possibile perdendone fino a 2 e se prima dell’ultima fase il sistema non passasse i test di accensione verrebbero dispiegati i paracadute di backup.

I SuperDraco avranno elevata capacità di modulazione della spinta, raggiungendo i 7260kg in caso il propulsore “gemello”, affiancato nella stessa posizione, subisca un’avaria. Un’altra particolarità è che parte del propulsore sarà realizzato, per la prima volta in questo settore, mediante stampa 3D in metallo. I SuperDraco sono propulsori ipergolici e utilizzeranno quindi propellenti altamente tossici, sia in fase di abort sia in fase di atterraggio. La pericolosità del propellente utilizzato in queste fase, fino ad ora è stata abbattuta con gli ammaraggi, l’acqua salata infatti neutralizza e rende innocue le tracce residue della combustione. In questo caso, avvenendo su terra l’atterraggio, dovranno essere previste misure di sicurezza incrementate per la tutela della sicurezza dell’equipaggio e del personale di terra.

Altri aggiornamenti includono un adattatore di attracco progettato da SpaceX e costruito da ISS, attenuando l’impatto all’atterraggio, e una versione più avanzata dello scudo termico PICA-X (Phenolic Carbon Ablator-X) per migliorare la durata e le prestazioni. Il robusto sistema di protezione termica è in grado di effettuare missioni lunari, oltre ai voli orbitali da e per la Terra.